Succede in Calabria, quella appena uscita da una surreale campagna elettorale dove a sinistra si voleva sdoganare il "Modello Lucano" detto impropriamente "Riace" e dove si é dibattuto paradossalmente sull'opportonità di far ripopolare i borghi da masse di stranieri, culturalmente distanti dal modello calabrese e italiano.
Dibattito, oltre che bocciato dagli elettori, inquietante, perché si va a sovrapporre alla emergenza demografica calabrese, di cui ieri ne ha parlato anche una testata giornalistica regionale.
Numeri e dati alla mano, ci dicono che la Calabria ha perso dal penultimo censimento ad oggi oltre il 10% di abitanti, città come Crotone si stanno svuotando, infatti nel censimento del 2017 era composta da 64 mila abitanti, oggi ne conta 58 mila. Non meglio le altre città e i borghi della punta estrema dello stivale.
Se calcoliamo che in Calabria ci sono quasi 100.000 immigrati e solo Dio sa quanti sono quelli irregolari, possiamo parlare purtroppo di un chiaro principio di "Sostituzione di Popolo", che la sinistra regionale vorrebbe incentivare con operazioni assistite e viziare così oltre la portata stessa, già epocale.
Secondo l'Istat nel 2030 la questione del crollo demografico calabrese, prenderà le dimensioni di allarme sociale e potrebbe trascinare tutto il Sud.
Il fenomeno dell'Emigrazione, sommato a quello della immigrazione di massa da inevitabilmente il risultato della sostituzione del popolo calabrese.
Due fenomeni insomma, che incontrandosi diventano funzionali ad un chiaro disegno politico internazionale.
La politica regionale deve porre rimedio, bocciare anche culturalmente i pseudo modelli alla Lucano, mettere in campo politiche serie per fare ripopolare i borghi e richiamare i giovani calabresi emigrati al ritorno nella terra natia.
Solo così la Calabria si salverà, contribuendo anche alla salvezza nazionale d'Italia.
Davide Pirillo
Dirigente Nazionale
Forza Nuova